Voci dal Mare di Graziella Bellone
VOCI DAL MARE
“Spuntato il sole radioso vediamo/ tutto l’Egeo fiorito di cadaveri”
(Eschilo, Agamennone 658-59)
Questi versi con cui il grande tragediografo greco descrisse la sorte degli Achei di ritorno dalla guerra di Troia colpiti dalla tempesta notturna, rappresentano una metafora indicativa dell’attuale fenomeno dell’immigrazione, perchè fermano l’immagine di tutti i naufraghi che continuamente vivono una tragica avventura nel Mediterraneo.
Nell’attuale quadro sociale l’incontro con l’altro, con il “diverso”, rientra ormai nella quotidianità, poiché l’immigrazione non è più oggi un fenomeno transitorio, ma una dimensione strutturale della nostra società, spesso supportata da campagne mediatiche che diffondono la paura e il sospetto per tutte le diversità, promuovendo messaggi che stigmatizzano intere popolazioni sulla base di comportamenti individuali o di atteggiamenti etnocentrici. Ogni volta che ci chiudiamo nel recinto morale del “noi”, innalziamo una barriera oltre la quale ci sono gli “altri”.
Ecco che il processo integrativo deve divenire lotta contro le chiusure mentali, lotta che si attua attraverso l’istruzione, l’educazione sia dei giovani che degli adulti al rispetto delle diversità che rappresentano di per sé un’opportunità di arricchimento.
Scuola, famiglia, politica, cultura, sono quindi chiamate in causa per creare uno spirito non solo di accoglienza e accettazione, ma di scambio costruttivo e di arricchimento dei valori.
Anche l’arte, può essere il baluardo di un messaggio sociale, con il suo linguaggio può aiutare ad una lettura diversa del fenomeno immigrazione, sollecitando alla riflessione e intervenendo nella prevenzione del pregiudizio, dell’intolleranza e della discriminazione.
Per dirla con Duccio Demetrio “Bisogna ridare un volto preciso agli immigrati, un volto identificabile a conoscere in loro persone umane. Al volto si è abituati ad associare una voce e questo ci prepara all’ascolto…”
Francesco Anastasi ci racconta in questa sua avvincente personale VOCI DAL MARE, con la vivacità e la gioia dei colori storie di naufraghi e sopravvissuti, di popolazioni che ogni giorno, ogni momento, fuggono dalle persecuzioni ideologiche, dalle guerre, dalla fame, affidando al mare sogni e speranze di una vita migliore:
Il mare, questo immenso e indefinito contenitore, che offre la possibilità di proiettarvi dentro tutto, persino di considerare superabili i confini.
Così le creazioni di Francesco Anastasi, riproducono e trasmettono le voci del Mediterraneo, grida di allarme, gemiti di dolore ma anche esclamazioni di conforto e consolazione.
Sono tele e tavole in acrilico di forte impatto visivo ed emozionale espressione della sua luce interiore e della sua vitalità.
Ogni soggetto-oggetto si amalgama sapientemente con un altro; visi e sagome a volte indefiniti, linee essenziali che si intrecciano con l’intensità e la brillantezza dei colori, gesti e sguardi appena accennati o lasciati all’intuizione dello spettatore che viene coinvolto in un cammino comunitario, in un viaggio spirituale.
Le figura umane quasi sempre le vere protagoniste delle opere, abitano lo spazio con naturalezza come se si muovessero; il tutto dentro un caleidoscopio di forti tonalità cromatiche stese con pennellate decise ma armoniose che conferiscono alle opere carattere distintivo e inconfondibile.
Allo stesso tempo queste figure, questi volti, denunciano una grande comunicabilità: interagiscono, chiedono, ci invitano a condividere ansie, paure, sofferenze, con il desiderio di un futuro che possa dare il giusto valore ai sentimenti di una civile convivenza.
Altre volte sono barconi, simbolo di sperata fortuna e illusione di salvezza, o sagome di pesci guizzanti che si sommano o si incrociano, creando un armonioso movimento di colori e comunicando sempre una profonda gioia di vivere.
L’ idea di affrontare in pittura questa tematica, non è certo inedita, ma colpiscono la capacità e l’intensità con cui è stata concepita, la semplicità e nel contempo la profondità nell’affrontare un problema così difficile e spinoso, interpretandolo con grande sensibilità e abilità evocativa.
Il Maestro, riesce a farci arrivare le voci dell’amico-nemico mare, i rumori delle onde, gli echi di voci lontane, rendendo palpabili i tumulti dell’anima, divenendo artefice di pure emozioni, promuovendo con accesi cromatismi e geometrie entusiasmanti un possibile dialogo con lo “straniero”.
L’arte di Francesco Anastasi, quindi, non risulta essere una mera ricerca estetica o un’arte fine a se stessa, ma la diffusione di un messaggio per la costruzione di relazioni umane fondate sull’apertura all’altro e a nuovi orizzonti cognitivi, ideali e umani, a difesa e a sostegno di un possibile e pacifico pluralismo.
Graziella Bellone