MOSTRA Il linguaggio espressivo del nudo

 

 

La mostra , a suo tempo sospesa per il Covid, viene proposta dal 29 novembre al 7 dicembre 2021 a Palazzo Jung.

 

 

 

 

 

INTRODUZIONE DI MAURI LUCCHESE

In queste due mostre d’arte contemporanea, organizzate dalla Università Popolare di Palermo, sul Linguaggio espressivo del nudo e sul Paesaggio di Sicilia in questa esclusiva location di Palazzo Jung vengono proposte queste interessanti opere, con lo scopo di incrementare un percorso individuale intrapreso da questi bravi artisti espressivamente incisivi, con una esauriente scelta di immagini sui temi trattati.

La pittura come documento immediato trionfa come testimonianza dell’artista sul modo di essere, di sentire, di concretare nel proprio tempo il senso del bello, la concezione di vivere al di là di ogni approfondimento critico, dove la figura resta la prova mai sufficientemente analizzata per rivivere i secoli e partecipare al cammino della civiltà.

In queste due mostre d’arte contemporanea intravedo, inoltre, un filo conduttore che segna le diverse correnti espressive moderne, utilizzate dagli artisti secondo il loro stile, e basata dalla loro conoscenza delle arti applicate.

In queste due mostre, ciascuna di esse qualitativamente di buon livello, riscontro un’abilità tecnica da parte degli artisti e un’eleganza compositiva di grande interesse a testimonianza dell’impegno profuso da essi, con l’intento di rendere importante questo evento, conferendo loro un aspetto non competitivo ma concentrandosi molto sugli effetti di vigoroso realismo e di grande forza espressiva, anche in qualche dipinto a carattere informale.

Il paesaggio di Sicilia e Il linguaggio espressivo del nudo sono due temi classici, che nel corso dei secoli sono ricomparsi in maniera quasi sempre graduale nel ciclo della storia dell’arte, documentati anche da innumerevoli opere considerate autentici capolavori di maestri famosi, come quelle ad esempio degli impressionisti francesi o come quelle del neorealismo italiano o ancora come quelle dell’avanguardia figurativa storica di metà Novecento.

In alcuni dipinti in esposizione qui, maggiormente quelli del Paesaggio di Sicilia, riscontro una precisa individuazione da parte degli artisti degli spazi scenografici da loro scelti per le loro opere, riprodotte con grande originalità e in alcuni casi con sfondi scenici che richiamano la pittura ottocentesca, arricchita da vivaci notazioni naturalistiche che pervadono le scene di un gustoso senso aneddotico.

La trattazione autonoma del paesaggio espressa da alcuni artisti rivede, inoltre, il possedimento di una formazione artistica di eccellente e raffinata qualità, dove l’estrosa eleganza dei particolari rende fresca la poesia del paesaggio, raggiungendo un originale e suggestivo equilibrio tra realtà spaziale ed una evocazione favolistica.

Per quanto riguarda invece i nudi intravedo qui una prodigiosa orchestrazione cromatica abbinata a volte ad una esuberante fantasia, che unisce una accuratezza dell’osservazione, che si esprime in una resa vigorosa della realtà preannunciando al fruitore una intensità e un naturale splendore che lasciano presagire, appunto, la prodigiosa orchestrazione cromatica voluta fortemente dall’artista.

Questi artisti che espongono qui oggi rappresentano, a mio avviso, una condizione di concepire l’arte pittorica dipingendo nudi di donne o paesaggi a volte con invenzioni complicate e sofisticate estremamente eleganti, percorrendo un istinto estetico e una versione a volte armoniosa, che ci introduce in un sentiero di tipo manieristico voluto a volte inconsciamente dall’artista, qui in esposizione, riprendendo una dimensione più corretta e commensurabile dettata dal suo stile e dalle sue capacità tecniche, in una situazione non del tutto estranea al suo modo di concepire l’arte.

Nudi un poco ambigui, snelli ed eleganti, in pose che contraddicono ogni iconografia religiosa, a volte diversamente interpretati, ponendo in evidenza la plasticità delle figure con il contrasto di tinte che contribuisce a esaltare il dominio della forma umana.

Nei paesaggi rilevo, invece, nelle tele di alcuni artisti delle affinità cromatiche del linguaggio pittorico ricco di sottili sfumature, ma anche con decise pennellate in cui posso intravedere un’attenta indagine compositiva da parte dell’autore ricca di particolari e che fa conferire alla tela un equilibrio perfetto.

Concludo nel dire che queste due mostre in esposizione questa sera a Palazzo Jung non sono altro che il frutto di una accurata funzione di stimolo all’espressione dell’essere soggettivo e che si ricollega concretamente nell’indagine conoscitiva da parte dell’artista con la cultura della storia contemporanea, con la crisi della cultura umanistica, con il momento drammatico che stiamo vivendo tutti noi nel pianeta a causa della pandemia, con l’enfasi del gesto nel sintetico stagliarsi delle forme e dei piani nella luce che suscita in tutti noi una inesauribile voglia di vivere l’arte, nella sua primitiva freschezza non inquinata da quelle preoccupazioni che il mondo di oggi purtroppo ci attanaglia.

 Maurizio Lucchese

 

Schede di Maurizio Lucchese

 

Adriana Bellanca  – Nudo

 

Questo nudo di spalle di Adriana Bellanca dove dominano i colori che vanno dall’azzurro più o meno intenso e dal giallo ocra, e con questa figura che mi traspare malinconica e che sostanzialmente ricollegabile all’inesorabile trascorrere del tempo dove la nostra autrice la rende attraverso una composizione cadenzata fatta di tocchi rapidi e leggeri, in un atteggiamento quasi pensieroso dove l’artista non ha trascurato di sottolineare la psicologia del personaggio con una profonda umanità che si evince dal volto seminascosto, quasi di vergogna, in una struggente malinconia dove tuttavia Adriana Bellanca si sofferma ad evidenziare il tema della bellezza femminile in un incantevole armonia con una vena di ambiguo erotismo che si nasconde dietro l’innocente candore della giovinetta e dove traspare una celata sensualità.
Il seno che si intravede appena nel dipinto non è altro che il risultato finale che la nostra Adriana intende comunicare al fruitore, intrinseco del suo carattere di semplice familiarità e al tempo stesso di altissima dignità del personaggio in questione.

 

 

 

 

 

 

Anna Balsamo – Timidezza allo specchio

 

Questo delizioso dipinto di Anna Balsamo che si manifesta con una nuova e particolare categoria estetica, e comunque che rientra nello stile inconfondibile di questa pittrice, dove Anna con la grazia e la naturalezza sembra addentrarsi in una più specifica indagine conoscitiva che secondo il mio parere la vuole condurre in un tipo di pittura che richiama molto il cubismo figurativo del primo Picasso.
Anna Balsamo con la sua “timidezza allo specchio” sa innestare perfettamente la leggerezza, l’eleganza spiritosa e piccante in questo suo nuovo stile che corrisponde a un nuovo tono di vita sociale cedendo ad uno svago di intimità con una raffinatezza ai quali è indispensabile un ambientazione interna dove la natura del corpo umano trionfa sulle geometrie appena accennate nel dipinto.
In questo stile di Anna Balsamo trovo fondamentale la personalità dell’artista dove rilevo l’intenzione di conciliare le esigenze della rappresentazione con quelle dell’intimità.

 

 

 

 

 

 

Dipinto di Pippo Spinoso – Nudo allo specchio senza specchio

 

Questo nudo di Pippo Spinoso è un lungo elogio della donna nel suo spazio quotidiano di cui l’artista riesce a esprimere l’intimo incanto.
Come non amare questo tratto sensibile e vibrante del suo pennello, quella lieve incertezza del disegno che si trasforma in libertà, in freschezza, in apparente improvvisazione, ma la predilezione che Pippo Spinoso ha per il colore sobrio, smorzato in questa composizione sottilmente studiata in un atmosfera intimista con questa figura femminile che sfoggia un meraviglioso seno, quasi un inno alla bellezza dove il nostro autore quasi si compiace di una realistica finitezza che sembra atrofizzare ogni capacità di dubbia interpretazione.
Pippo Spinoso è un artista a mio avviso che rivolge la sua opera non tanto soltanto al colore ma anche alla forma e al volume, che lo porta a una definizione precisa dell’immagine delineata da un contorno netto e immune da ogni graduazione tonale, l’estrema conseguenza di questa sua ricerca di una visione della realtà sempre più lucida e piena di fascino.

 

 

 

 

 

 

Dipinto di Maria Felice Vadalà – Il velo acquamarina

 

Questa gouache di Maria Felice Vadalà intitolato “il velo acquamarina” restituisce a noi un immagine filtrata in una sua raffinata sensibilità espressiva.
L’intenzione di Maria Felice di accordare la realtà alla sua personale visione ne scaturisce una elegante composizione i cui ritmi non di certo decorativi semplificano l’intensità della materia cromatica con una interpretazione data dalla gouache dove Maria Felice è consapevole di creare un opera di grande intensità poetica ed esteticamente molto apprezzabile. Questo nudo coperto che la nostra autrice ci propone è frutto del suo oramai più che decennale studio sulla figura della donna, dei suoi volti, dove Maria Felice a volte ci costringe a chiederci cosa la porta a raffigurare questi volti così enigmatici e misteriosi ma di sicuro pieni di profonda spiritualità dell’animo.
Il dipinto di Maria Felice che ci propone per il tema sul linguaggio espressivo del nudo non è altro che la sintesi di una sua significativa ricerca intesa anche come forma espressiva del pensiero, una forma soggettiva, emotiva, che fa’ fremere l’anima, una suggestiva metamorfosi poetica, nel concetto, oggetto, personaggio che Maria Felice Vadalà intende rappresentare.

 

 

Dipinto di Cettina Pagano – Nudo con chitarra

 

In questo dipinto di Cettina Pagano “nudo con chitarra” ispirato sicuramente al grande artista colombiano Fernando Botero come specifica la nostra artista in questione riscontro una leggerezza manuale nell’uso dell’acquerello con questo soggetto un po’ allegorico che richiama una visione dell’arte personale, soggettiva, più curiosa del naturale.
Cettina Pagano inoltre con il suo stile inconfondibile in quest’opera rivela che il suo obiettivo non contempla il raggiungimento di una condivisione immediata con l’osservatore e per questo accetta e di fatto persegue a priori un inevitabile aumento delle capacità creative e comunicative della sua opera.
Cettina Pagano inoltre con questa opera non trasferisce informazioni sul soggetto che lei raffigura ma si mette nelle condizioni di generare conoscenza estetica, che in quanto tale non può che trascendere qualsiasi contenuto puramente informazionale.
Cettina Pagano in questo acquerello a mio avviso assume un atteggiamento inoltre soffuso di delicata poesia proponendo al fruitore un alternativa alla cosiddetta pittura accademica aprendosi così un varco e indicando a se stessa la via da percorrere liberandosi dai canoni classicisti e dando voce a quella disposizione dello spirito, l’ironia, che anima anche alcuni aspetti dell’arte figurativa.

 

 

Dipinto di Anna Torres – Donna  d’argento


Questo delizioso dipinto di Anna Torres, un olio su tela, intitolato “donna d’argento” è riconducibile sicuramente al suo stile inconfondibile con queste pennellate ariose finemente adattate sulla tela come se volessero contemplare questa figura particolarmente suggestiva che sembra emergere da una vasca colma di argento liquido, dove Anna Torres sembra volere fermare il tempo per fare scoprire al fruitore le impercettibili variazioni che questo corpo nudo trasmette usandolo come pretesto per descrivere il proprio stato d’animo denso di passione, inquietudine e struggente malinconia, insieme all’infinito divenire delle cose e della realtà.
Per capire la chiave di lettura che Anna Torres intende oltretutto trasmettere con questo dipinto è quella di raffigurare la donna come suo personale elemento di conoscenza del corpo umano istituendo un armonia immaginata e vissuta tra spazialità e spiritualità umana, il tutto racchiuso in questo movimento sinuoso che Anna sta per dare all’osservatore con l’illusione di essere coinvolto in questa “scena prospettica” con la vera funzione che abbraccia un campo più esteso e più profondo, fino a fornire all’artista in questione una rete di indizi che potrebbero ipoteticamente costituire l’equivalente di un dispositivo di enunciazione, di simbolizzazione espressiva e semantica della forma.

 

 

 

 

Dipinto di Ivana Di Pisa  – Solitudine

 

Il dipinto di Ivana Di Pisa intitolato “solitudine” si potrebbe descrivere in una sola frase: ” Il vortice di follia che nascondi nell’anima” da una poesia di Cinzia Romano e dove Ivana identifica la sua opera come punto di partenza materializzando questo suo nudo quasi accovacciato in modo del tutto informe con una estensione spaziale e intensità dinamica, elastica, che fissa parallelamente alla linea data, in modo equidistante. La caratteristica che più mi colpisce in questa opera è data dalla convivenza di arte figurativa e poesia in prosa di alto valore suggestivo, svolta con un apparente rigore informale ma logico dove Ivana si vede costretta inevitabilmente a inseguire un intreccio che sa di sagace illuminismo e di equilibrato pragmatismo.
Non vedo in questa opera quell’erotismo volgare di cui frequentemente ormai siamo abituati a vedere, bensì una concentrazione di assoluto valore estetico e armonia tonale dove la nostra brava autrice intende conciliare l’esigenza di rappresentare l’intimità in modo del tutto elegante, puro, simile al gusto rococò proponendolo come modello di bellezza attraverso una composizione naturale con un atteggiamento del tutto spontaneo.

 

 

Dipinto di Nicoletta Militello – Venere di Sicilia

 

L’opera di Nicoletta Militello intitolata “Venere di Sicilia” si può a mio avviso racchiudere in un binomio di sicuro non inconsueto tra arte monumentale con le colonne doriche della Valle dei Templi e leggenda con la donna in tutta la sua raffinata e superba bellezza dove Nicoletta sembra qui volere convogliare in un unico abbraccio l’amore per la nostra amata terra di Sicilia. L’atteggiamento strategico che Nicoletta Militello usa in questa sua opera in tempera e pasta è in qualche maniera una preziosa testimonianza della bellezza di un paesaggio tipicamente mediterraneo con questa Venere in primo piano a cui spetta il compito di accogliere con tutta la sua incontaminata naturalezza il visitatore che si appresta ad esplorare il nostro già ricco territorio.
Questo dipinto “eclettico” che Nicoletta ci propone per la mostra sul linguaggio espressivo del nudo è fondata sulla precisa volontà di aggregare storia e tradizione con la figura della Venere garbata e quasi selvaggia con quest’anfora sulla spalla che offre un colpo d’occhio all’intera scenografia idealmente creata dalla nostra brava autrice per risaltare lo splendore e la ricchezza che sono elementi depositari e custodi di un sapere antichissimo e parti essenziali della nostra identità isolana.

 

 

 

 

 

 

Dipinto di Annita Borino – L’amore e il pensiero

 

L’approccio di Annita Borino in questo dipinto che sa un po’ di surreale intitolato “l’amore e il pensiero” con questa donna di spalle che sfoggia un bellissimo sedere tra queste onde immaginarie mosse dell’inconscio e dalla forza liberatrice da esso scatenante, in una visione onirica che accomuna e caratterizza il movimento e che si va ad aggiungere alla forza dell’immaginazione che la nostra Annita Borino libera dalla ragione e che si concretizza nel rapporto immagine-inconscio da lei intesa come percezione ascrivibile alla stessa realtà.
Quello che mi colpisce di più in particolar modo è questo movimento dato da queste “onde” che sembrano volere avvolgere ed esplorare zone oscure della coscienza, il sogno, il continuo scontrarsi di colori e segni che innalzano qualitativamente e concettualmente il lavoro certosino di Annita Borino e che conferisce all’opera in questione quel fascino misterioso e che oltretutto riconosciamo pure in tutta la sua ricca produzione.

 

Dipinto di Oliva Patanella in arte Anil – Nudità libere e armoniche forme

 

Questo carboncino su cartoncino di Oliva Patanella mi ricorda gli studi effettuati all’Accademia di Belle Arti di Palermo sul nudo femminile quando inevitabilmente dovevi accostare forma e chiaroscuro per evidenziare le rotondità del corpo femminile in tutta la sua bellezza, e devo dire che qui Oliva Patanella in arte Anil riesce perfettamente a spettacolarizzare con questo rigore stilistico a concretizzare il suo messaggio con una interpretazione del nudo che più le si addice al suo genere di pittura, un dipinto questo “moderno” dove Oliva utilizza un linguaggio universale che unisce bellezza, sensualità, calore, trasgressione, e un pizzico di intimità riservata come si evince dalla figura posizionalmente accovacciata in sé stessa.
In questo dipinto straordinario di Oliva Patanella riconosco altresì tutto il suo stile facilmente riconoscibile anche se qui l’autrice non usa il colore, e non decide di certo ad assaporare altre combinazioni stilistiche per non sprofondare nella banalità e nel letargo che a volte ahimè siamo abituati a vedere in alcune opere anche di autori affermati.
La porzione che Oliva Patanella in arte Anil ci offre per il linguaggio espressivo del nudo si sposa molto bene a mio avviso anche con il momento delicato che stiamo tutti attraversando a causa dell’emergenza sanitaria causata dal Covid con questa figura che sembra chiedersi come potere uscire da questa situazione, in questa posizione di quasi autodifesa con il tempo che scorre lentamente immaginandomi una musica di sottofondo con la consapevolezza di dovere ricaricare a dovere le energie fisiche ma soprattutto mentali perse a causa di questa inconsueta e inaspettata lotta che la vita incredibilmente ci ha riservato.

 

 

 

 

Dipinto di Angela Sarzana – Lacrime rosse

 

In questo dipinto, un olio su tela 50/70 la nostra brava autrice Angela Sarzana usa un colore rosso sangue per rappresentare questa donna che sembra seduta in un atteggiamento di riflessione profonda, dove Angela intende trasmettere al fruitore un racconto fatto di percorsi inattesi, in un gioco intellettuale di lucida semplicità.
Angela Sarzana, persona sensibilissima, descrive l’arte accrescendola e impregnandola di sincera poesia con una lucidità che accomuna pittura e letteratura con uno sguardo alla devozione per Dio e al mistero che circonda il nostro Universo.
Questo dipinto è la ricchezza polifonica di un linguaggio usato dalla nostra Angela per il suo fare arte e ricerca della bellezza e ci dà l’esatta misura della sua eccellente qualità espressiva e della resa ottimale nell’uso del colore e di tutte le tecniche di cui Angela è assoluta interprete con questa quasi pastosita’ nell’uso dell’olio che a volte Angela imprime nelle sue tele che sono molto coinvolgenti nella matericita’ e dove la nostra autrice inequivocabilmente ci consegna una trasognata realtà.

 

 

 

 

 

 

 

 

Dipinto di Carmen Frisina – Identità

 

Il dipinto di Carmen Frisina, un olio su tela, dove la nostra autrice mette subito in evidenza questa donna di spalle con un bellissimo fondoschiena, frutto di una sintesi e priva di una ri-creazione di essenze avvolte nella fantasia e nel mito della donna, dove la nostra autrice usa una cromaticita’ non molto ricca e accompagnata da colature dove la colorazione aleggia in una atmosfera di mistero sprigionata da una fievole luce per evidenziare le forme stilisticamente ben disegnate.
Carmen Frisina in questo modo intende a mio avviso far catturare al fruitore una sensazione misteriosa dello stato dell’animo proterso all’attesa che sembra già essere evocato nel pensiero della donna raffigurata dalla nostra Carmen e che comunque proiettata verso lo spazio circostante in un atteggiamento rilassante e che fa’ pensare a una donna che ha il dominio di sé o che comunque vive un momento sereno della sua vita.
Le sfumature di colore disseminate sulla scena rappresentata da Carmen Frisina i questo nudo di donna è frutto di una ricerca costante e quotidiana che l’autrice ottempera piacevolmente come autostima per arricchire il suo già ricco repertorio e per potersi imporre prepotentemente in una dimensione avvolta in una atmosfera di romantico realismo o se vogliamo di romanticismo reale.

 

 

 

 

 

Dipinto di Ketty Tamburello – Nudo di donna

 

Questo pastello di Ketty Tamburello artista eclettica  qui raffigura il suo nudo di donna nel suo inconfondibile e originale stile dove magicamente mette in evidenza questa donna con le sue parti intime non di certo nascoste, in un ambiente fascinoso con questa figura ricca di pathos e di carica emozionale dove la nostra brava autrice intende fluttuarsi svincolandosi da tutte quelle forme di accademismo puro e affidandosi alla sua già collaudata macchina interpretativa per raccontare sempre qualcosa che sa di magico in una dimensione inconfutabilmente surreale.
Questo nudo di donna di Ketty Tamburello è riconducibile sicuramente al suo percorso pittorico intrapreso tantissimi anni fa’ dove Ketty riesce ad accostare con maestria amabilmente e soavemente un tripudio di sentimenti trasportandoli in una surreale magia infinita che non si vorrebbe finire mai.
La nostra autrice sempre attenta ai particolari che danno quel tocco in più alla sua arte è una vera ricerca nel ricreare la realtà dell’immaginario positivo di un tratto costruttivo ricco di surreali essenze e di anonime presenze.
Per Ketty Tamburello è sempre primavera, un mix tra il verde della sera e l’azzurro cobalto del cielo.

 

Dipinto di Cinzia Romano – Relax

 

Il dipinto di Cinzia Romano intitolato “Relax”, un acrilico su carta, ci mostra questo nudo di donna dove la nostra brava autrice in una maniera assolutissimamente discreta e lontana da ogni forma di erotismo intende accompagnarci in questa azione scenica con una chiave interpretativa tipica del suo repertorio pittorico, una eleganza allacciata alla sua delicatezza delle emozioni più profonde che emargina la volgarità e che invade il fruitore di quel turbinio di sensazioni smascherate dalla sua forte personalità e dove Cinzia in questo dipinto opportunamente vuole sperimentare nuove forme di pittura dettate dalle sue esigenze personali con un atteggiamento che confermano la passione per l’arte e in particolare la pittura e la musica.
Cinzia Romano nel suo “Relax” con questi colori arancioni vuole a mio avviso trasmettere al fruitore quel senso di fragilità che a volte è intrinseco della donna, una fragilità insospettabile e del tutto umana che soltanto un osservatore attento può percepire e che in un mondo fatato che non esiste più l’evasione è rappresentata dalla scatola magica che può essere anche un televisore.
Concludo nel dire che Cinzia Romano non allude a scorciatoie nel rappresentare i suoi lavori, accostando sempre il suo nome a quello della sua amata terra che lei magnificamente interpreta, ora nella pittura, ora nella musica, in una risoluzione inevitabilmente molto emozionale!

 

 

 

 

 

Dipinto di Sara Mineo – Sansone

 

Quest’opera denominata “Sansone” di Sara Mineo, una grafite su carta, ci testimonia la collaudata manualità dell’autrice adeguatamente affrontata per il tema sul “linguaggio espressivo del nudo”, con questo lavoro certosino, quasi un operazione chirurgica che Sara Mineo senza trascurare il minimo dettaglio raffigura Sansone in tutta la sua bellezza e nudità, dimostrando al fruitore una più che dinamica figura esteticamente perfetta, irresistibile, in una manovra armoniosa fatta di chiaroscuri, dove Sara in questa coralità quasi commovente mette in risalto tutta la forza data dai muscoli possenti del petto e delle gambe, in un giusto equilibrio, il tutto contornato dal suo stile raffinato e originale che non lascia scampo a strascichi che potrebbero risultare volgari o in odore di apoteosi maschilistiche.
Sara Mineo con questa sua ineccepibile interpretazione grafica a mio avviso intende comunicare a tutti noi precise informazioni sul suo stato di raffigurazione del nudo, fornendoci suggerimenti che Sara in una sua continua ricerca didattica ritiene strumenti indispensabili per comprendere i processi di lavorazione che la porteranno in seguito al risultato finale di cui oggi ne assaporiamo e apprezziamo la perfetta alchimia.

 

 

 

 

 

Dipinto di Lina Collesano – Nudo di donna

 

 

Questo delizioso dipinto di Lina Collesano, “nudo di donna” che richiama moltissimo la pittura rococò inglese di metà settecento, con questa giovane donna seduta in un atteggiamento quasi ironico, dove la nostra brava autrice è consapevole di offrire all’osservatore una situazione di sorprendente imbarazzo, e dove Lina Collesano senza dubbio assapora già le “dolci note”dei commenti che potrebbero provenire dallo scenario del sottobosco maschilista, in questo viaggio esplorativo dove la nostra autrice ci riporta indietro di trecento anni, e dove la bellezza femminile si poteva ammirare inebriatamente nei dipinti di Boucher con le sue odalische che inneggiano all’audace realismo del nudo femminile, o ai dipinti di Chardin o Fragonard.
Lina Collesano si conferma con questa opera un autrice dotata di pungente ironia con una mano fermissima, in questa scena che può provocare allo spettatore inquietudine e disagio perché se nel modo di narrare l’opera a suo dire non c’è compiacimento e nemmeno compassione, il suo obiettivo rimane quello di mostrare crudamente un momento di rilassamento quotidiano che qui si evince in una “tolettatura” con la donna con il volto sorridente e traboccante di vitalità.
Concludo nel dire che Lina Collesano offre inoltre al fruitore in incantevole scenografia dettata da questo paesaggio verde caratterizzato dal laghetto con le ninfee in acqua e luce che ricordano inevitabilmente quelle raffigurate da Monet nei suoi oltre duecento dipinti.

 

 

 

 

Dipinto di Rosario Cali – L’uomo quantico

 

L’impiego di nuove tecnologie come quella usata in questo caso da Rosario Cali come l’arte digitale o digital art come comunemente viene chiamata ci prepara a nuove sfide, e forse tutto questo fa parte di un puzzle previsto in qualche libro di testo alieno per le giovani civiltà dell’universo, con la consapevolezza che oramai in questa era tecnologica così avanzata la gente ha bisogno di prepararsi a nuove sfide, e Rosario Cali di certo in questo suo nuovo percorso “silenzioso” deve essere stato sostenuto dalle menti e dalle energie di molti uomini, e, dove il nostro autore è riuscito a trovare la sua più alta espressione nella vita e nel lavoro di chi come lui afferrati dall’affascinante idea della digital art, sono diventati i realizzatori, gli artefici di un nuovo percorso artistico, magari conosciuta da pochi e lontano dagli applausi degli addetti ai lavori e dove il nostro Rosario usa un atteggiamento a dir poco rivoluzionario che è indirizzato a mio avviso verso i nuovi pensatori d’avanguardia. L’uomo quantico di Rosario Cali non deve essere costretto a rimanere entro certi schemi mentali e in un sistema di vita da cui non possa evadere e comunque non è certo privo di espressione che non gli consentirebbero di maturare, ma sicuramente occorre passare propedeuticamente anche attraverso queste esperienze e Rosario Cali in questo è conscio che la scienza può sempre creare qualcosa di nuovo, qualcosa che all’inizio non è di facile comprensione ma qualunque cosa che ci trattenga o costringa entro certi recinti è deleterio per il lungo cammino che ancora dobbiamo percorrere.

 

 

 

 

 

 

 

Dipinto di Teresa Sciortino – Trasparenze discrete

 

Teresa Sciortino con le sue “trasparenze discrete” mette in evidenza in questa sua tela questa donna con questa canotta quasi trasparente dove inevitabilmente e perché no anche volutamente delle bellissime tette, direi perfette, in questo contesto coloratissimo fatto di azzurri, rossi, verdi, viola, arancioni, che è tipico della pittura di Teresa Sciortino e dove la nostra brava autrice come per magia munita di molta pazienza supera ogni difficoltà per aumentare la sua genialità ispirata ad una evoluzione artistica che sicuramente semina emozioni, anche inconsapevolmente e che non ha bisogno di dimostrazioni a differenza di chi ne è privo.
Teresa Sciortino dedica la sua maggior parte del tempo a curare i particolari, il viso nudo senza gli occhi, il naso e la bocca non è altro che la sintesi di una raffigurazione da lei intesa come già scontata, quasi superflua, e che all’occhio del fruitore può risultare più che naturale, in questo silenzio surreale scaturito dall’esigenza da parte di Teresa Sciortino di non rovinare l’atmosfera della visione in questo turbinio fantastico e soprattutto cromatico concepito decorativamente molto elegante.
Teresa Sciortino nelle sue opere racconta sempre amore, sentimenti, con la voglia di mettersi in gioco sempre, con l’intento di rappresentare un modello positivo dimostrando una determinazione e un impegno dove Teresa alla fine realizza quello che desidera.

 

 

Dipinto di Tina Parisi – Relax di coppia

 

Tina Parisi con il suo relax di coppia mette subito in risalto nella sua tela questa figura maschile nuda, seduta, con questa barba, dove Tina non si sa se volutamente nasconde la figura femminile sullo sfondo, in un atteggiamento quasi di supremazia maschile, e dove la nostra autrice sentimentalmente coinvolta in questa sua interpretazione intende comunicare al fruitore che l’essere bello e vigoroso non è altro che una piccola parte importante del sesso maschile, quello che conta di più per Tina Parisi o per qualsiasi altra donna è l’approccio, il sentimento, la galanteria, tutto quello che in una donna deve servire per potersi innamorare di un uomo.
Tina Parisi con questo dipinto non lascia adito ad altre interpretazioni, la sua volontà, insieme allo studio quotidiano aiuta a crescere la sua voglia di potere emergere in questo tipo di lavoro, e che comunque riveliamo in lei l’esigenza di offrire al fruitore una nuova opportunità di recepire l’arte non solo come forma figurativa alternativa in costante aggiornamento, ma anche come un modo per concepire l’arte funzionale, socialmente acquisibile e soprattutto emozionale.

 

 

 

Dipinto di Anna Maria Asaro – Mettersi a nudo

 

Questo nudo di donna di Anna Maria Asaro con la figura femminile in posa, quasi come arresa all’evidenza di un teleobiettivo che la sta scrutando, non è altro che la dimostrazione di una interpretazione pittorica di questo nostro talento contemporaneo, dove la nostra autrice raffigura alla perfezione questa opera datata 2004, un olio su tela, e dove Anna Maria Asaro intende trasmettere al fruitore interpretazioni molteplici con una mano felicemente trasportata con grande disinvoltura e autorevolezza, e dove riscontriamo oltretutto una tonalità naturale ricca di sfumature, in una scena elegante e raffinata, dettata a mio avviso dall’emozionante stato d’animo dell’autrice stessa.
L’opera in sé pensata dalla Asaro è stata studiata con la consapevolezza di potere comunicare nel modo giusto con lo spettatore e far si che il tutto sia stato acquisito con successo, quasi un omaggio alla donna, in questo messaggio evocativo accolto con emozione dove l’autrice vuole mettere in primo piano il ruolo e l’importanza della dignità della persona, il “mettersi a nudo” di Anna Maria Asaro non significa che la donna è un oggetto da guardare o da studiare,  bensì un concentrato di fascino in un intreccio di rispetto da condividere con un linguaggio strutturalmente emozionale.

 

 

 

 

 

Dipinto di Maria Luisa Lippa – Oltre lo sguardo

 

Il dipinto olio su tela di Maria Luisa Lippa intitolato “oltre lo sguardo” restituisce a noi comuni mortali una precisa fisionomia dell’arte pittorica dell’autrice in questione, in una matrice poetica, esteticamente molto gradevole e tecnicamente perfetta in tutto il suo aspetto, e dove Maria Luisa intelligentemente ci fa notare un atteggiamento disinvolto, in questa interpretazione del nudo di donna carico di elementi, dove la plasticità della figura è caratterizzata dal poco colore ma sapientemente posto e addensato dinamicamente articolato, offrendo al fruitore un esemplare sintesi di effetti luminosi, e dove la nostra brava autrice raggiunge il suo obiettivo comunicativo che va oltre lo sguardo, in questa opera eseguita con fantasia e acuta penetrazione psicologica, il tutto accompagnato da una più che eccellente manifattura, risultato di una longeva attività pittorica destinata a sottoporre gli addetti ai lavori a nuove analisi sull’arte di Maria Luisa Lippa.
La composizione naturale di questo atteggiamento spontaneo del personaggio non è altro che la costruzione di un impianto figurativo in una pittura basata su colori delicati a fasi, di tocco rapido e leggero che vanno sicuramente oltre lo sguardo di tutti noi!

 

 

 

 

 

 

Dipinto di Marco Troia  – Claudia

 

Il dipinto di Marco Troia intitolato “Claudia”, un olio su tela 40 /50, è un preciso riferimento alle antiche case di tolleranza, con questa donna con la giarrettiera, molto sexy, quasi in procinto di avviare un rapporto sessuale, che il nostro Marco Troia chiama Claudia, e dove il nostro bravo autore dà una chiave di lettura sul linguaggio espressivo del nudo con un atteggiamento molto forte e ben preciso, mirato alla lettura del corpo femminile questa volta in una chiave puramente materialistica che non lascia spazio ad alibi o ad altre interpretazioni.
Marco Troia, artista pluripremiato, rimane a mio avviso un punto di riferimento del nostro patrimonio artistico-pittorico, considerando anche la bontà di questa opera, dove il nostro autore mette tanto studio e tanta diligenza, in un percorso sorprendente da autodidatta, con una tecnica che si basa sulla semplice contemplazione dei grandi maestri, sia del passato sia quelli più recenti, e dotato di una creatività incessante, necessaria ad intraprendere il suo personalissimo percorso che ancora oggi si può considerare a dir poco eccellente.
Lo stile di Marco Troia è inconfondibile, basta guardare tutto il suo repertorio e le ultime produzioni collegate all’arte figurativa e che fanno riferimento ai naif o ai grandi maestri dell’impressionismo e del cubismo, con la volontà di raggiungere sempre quella matrice stilisticamente poetica e perfettamente funzionante.

Dipinto di Carla Allegra – Angiesse

Il dipinto di Carla Allegra intitolato “Angiesse”, un olio su tela 40/50 che la nostra brava autrice ci propone per la mostra dedicata al linguaggio espressivo del nudo è riconoscibile nella sua pittura che tende essere sempre un po’ rivoluzionaria, in questo caso artefice di un clima simbolista, dove la nostra Carla Allegra propone al fruitore un nuovo modo di fare arte al passo con la moderna attualità.
Il dinamismo che riscontriamo in questa opera si ricollega inevitabilmente un po’ alla nascita del movimento futurista dove la cultura italiana ancora intrisa di un lessico prettamente accademico si evolveva attraverso le tecniche pittoriche raggiungendo intersi concitati di colori puri, tratti di linee dinamiche, per restituire la vitalità interna della materia fisica, sia essa animata o inanimata.
Carla Allegra con questa donna, vincitrice oltretutto di un pregevole riconoscimento, ci induce a comprendere i tratti ma, soprattutto i caratteri rivoluzionari della forma, in un movimento che esamina ogni particolare, accostandosi ai “Nabis”, dove la estrema semplificazione della forma è carattere fondamentale di una nuova scuola dove la scelta dei colori puri risponde alle proprie esigenze in un equilibrio ritmico della composizione con il gusto per la linea grafica tormentata e sinuosa tipica della corrente artistica dello jugendistill
di cui Carla sicuramente ne avrà preso visione nei suoi studi che l’hanno portata a confrontarsi con i grandi maestri di fine ottocento.