Spine d’Euphorbia”
di Josè Russotti
a cura di Maria Elena Mignosi Picone
Il giorno 2/02/2018 nella sede dell’Unipop, Università Popolare Palermo, ha avuto luogo la presentazione del libro “Spine d’Euphorbia” del poeta Josè Russotti. Come si può notare dal nome Josè (con J aspirata alla maniera degli spagnoli) le sue origini sono in territorio latino-americano, precisamente in Argentina, ma i suoi genitori erano siciliani, e il suo paese, dove ora è tornato e vive, è Malvagna, suggestivo paese delle zone etnee in provincia di Messina.
La poesia di Josè Russotti è stata esaminata e approfondita da relatori di alto livello, sia professionale che umano: la professoressa Sandra V. Guddo, scrittrice e poetessa, attualmente presidente di Unipop ed editor del blog Unicult, il professore universitario, fisico, e anche poeta e pittore Pietro Cosentino, il professore Antonio Licata, fondatore e anima di Unipop, profondo conoscitore della lingua e della cultura siciliana, mentre la scrittrice Myriam De Luca,
proveniente dalla scuola di recitazione, ha declamato le poesie.
Il professore Pietro Cosentino poi ha fatto dono del ritratto, da lui realizzato, di Josè Russotti in cui ha reso magistralmente e con assoluta fedeltà, la sua espressione mite e benigna, i tratti del suo viso morbidi e di grande carica umana.
Josè Russotti ha raccontato “le spine” che la vita gli ha inflitto, quali la morte del padre quando egli era in tenera età, la perdita del posto di lavoro mentre aveva una famiglia, moglie e figli, da mantenere. Il suo racconto, esposto con semplicità e naturalezza, ha profondamente emozionato gli astanti, suscitando commozione e compenetrazione alle sue dolorose vicende.
Ma il dolore, che costituisce la tematica del libro, e che è stato il fulcro attorno al quale si sono imperniati gli interventi dei relatori, si è poi risolto in una compartecipazione sentita di tutti, in una compenetrazione profonda e il clima che si è instaurato è stato di vera amicizia, fatta di stima, ammirazione, per quest’uomo “combattente”, come lo ha definito il professore Licata, che non si è lasciato mai vincere dal dolore.
E’ stata una riunione all’insegna della poesia e dell’amicizia, due aspetti deliziosi della vita.
E la sensazione lasciata è stata di sublimità. Il cuore si è sentito leggero, sì, paradossalmente soddisfatto, perché anche il dolore, che si è costretti talora, inevitabilmente, ad affrontare, può fare il miracolo di sublimare.
Maria Elena Mignosi Picone