Spine d’Euphorbia
di José Russotti
a cura di Mimma Raspanti
Aprono la raccolta del poeta José Russotti due poesie dedicate alla madre: l’origine, la vita, ma anche la consapevolezza del tempo che passa e conduce verso la fine. Struggente è infatti il dolore per la madre, morta davanti ai suoi occhi in una fredda giornata di febbraio.
È il dolore che apre così la via ai suoi versi, un dolore che cambia faccia di giorno in giorno ma che, inesorabilmente, si rende presente nella sua vita.
La lettura è piacevole nonostante trapeli una tristezza e un pessimismo quasi Leopardiano che tracciano intensamente un percorso esistenziale sofferto. Eppure, la dolcezza, la melodia dei sui versi, chiari, in una spontanea ricercatezza catturano, invogliano a proseguire. Noto sin da subito l’assenza della punteggiatura, inutile, forse, quando il flusso dell’anima necessita di correre, quando ha l’impellente bisogno di fluire come un fiume in piena, travolgendo di limpide emozioni. Si concede solo qualche punto interrogativo ed esclamativo, perché così sembra la vita di José, colma di domande e di stupore, malgrado tutto.
Nessuna supplica traspare nei suoi versi, nessuna ricerca d’aiuto nel divino ad alleviare pene e dolori, eppure sente che qualcosa di trascendente esiste, al di là di ogni ragione umana: “qualcuno verrà/ a prendermi nel sonno/per poi risvegliarmi/ nella casa affollata/del Padre”.
Amore, passione, addii, tutto scorre, in un contesto dove il calore della terra si fa vivo in ogni sfumatura; non manca, perciò, il pensiero per la sua amata Malvagna, né i temi sociali che coinvolgono l’intera isola: gli sbarchi di profughi, a cui seguono giorni di lutto e indifferenza “…cadaveri, gonfi/ sembrano tante croci di legno in avaria/ sagome scure con le braccia tese al cielo/ che galleggiano fluttuando lievemente/ tra la nostra insulsa indifferenza/ e le borse stracolme della spesa/”, e ancora, il lutto per i delitti di mafia che macchiano di sangue “ una terra di luce e di colore”: particolare è la poesia “Informale siciliano” dove l’autore immagina un dialogo surreale tra due mafiosi mentre aspettano che passi il giudice Falcone e la sua scorta, per mettere in atto il tragico piano. Una poesia dove il poeta tira in ballo un grande della letteratura italiana, Gesualdo Bufalino, per farci partecipe del suo pensiero contro la malavita, contro quella che è ancora una grande piaga del nostro tempo.
Tuttavia, l’amore è il fulcro della poesia di José Russotti, un tasto, sì, dolente, ma che lo sprona ad andare avanti e lottare: un motivo per esistere, seppure le “acute spine d’Euphorbia nei fianchi” lo tormentino. È un motivo per sperare ancora” Avvolto nel muto silenzio di lamine cadenzate/ dove le ginocchia flettono/ sul duro selciato/ rinnovo la flebile speranza/.
Ci sarebbe tanto altro ancora da dire su questo scrigno di sentimenti e poesia, l’autore offre, infatti, svariati spunti di riflessione, ma non voglio che il mio umile pensiero diventi un’opera.
Non mi resta perciò che ringraziare l’autore, per la sensibilità, la cura, la preziosità di ogni verso.
Mimma Raspanti