
LE “SPINE” DI RUSSOTTI
di Josè Russotti
Il Convivio Editore
Il poeta Josè Russotti, sponsorizzato dalla Università Popolare di Palermo, nella raccolta “Spine d’Euphorbia” trasmette forti emozioni con accenti e linguaggio in cui tutti si riconoscono. Il tema dell’amore, inteso come tumulto interiore e rimpianto, si intreccia con il luogo in cui vive: Malvagna, metafora di una Sicilia che svetta nelle sue grandezze, nel bene e nel male. La bellezza dei luoghi fa da contraltare alle storture degli uomini, che a volte determinano un senso di struggente impotenza di fronte al mistero della vita. Nella poesia di Josè ciò non diventa mai rassegnazione ma lascia sempre uno spiraglio di speranza di fronte alle derive collettive, come ad esempio il calvario dei migranti, la cui speranza spesso si infrange contro una realtà dura e crudele.
Le liriche di Russotti sono meditate, ancorate a un vissuto travagliato, che lo porta in età matura a traslare in versi il suo stato d’animo di ribellione alla sofferenza. La sua è una poesia che tende al pessimismo, ma non diventa mai rassegnazione. Nella lirica “Nell’oltraggio di Manchester” esprime così il suo disagio:
Se l’odio è entrato
nel ventre degli uomini
Se il livore è nel cuore
e lo spregio nella mente
niente può impedire
la tragica resa
In un’altra lirica, Metamorfosi, declama invece:
L’amore si estingue solo se si ama
tra le pieghe indistinte del dolore ;
lasciando quindi agli individui una possibilità di riscatto.
Egli abbraccia così l’idea della sofferenza come catarsi e presa di coscienza che deve indurci al cambiamento.
E’ la sua pietas che lo spinge a guardare oltre l’orizzonte fisico e temporale, verso quella dimensione universale che ispira l’amore inteso come eros, rimpianto non nostalgico che spazza via, almeno temporaneamente, i tarli del dubbio e delle incertezze esistenziali.
Pippo La Barba