Escursione di mercoledì 16/02/2022 al Villino Florio
Tra il 1893 ed il1898 i Florio, una delle dinastie imprenditoriali italiane più potenti dell’800, acquistarono nella contrada dell’Olivuzza, una vasta area verde confinante ad est con la loro proprietà, e ad ovest col grande giardino del generale De Boucard, con terre dei Lo Verde e col parco dei Lo Faso duchi di Serradifalco. Qui costruirono il magnifico Villino Florio.
Alla fine del 1899 incaricano Ernesto Basile, ormai architetto di fiducia della Casa, di progettare una “casina” da adibire a residenza di Vincenzo giovane rampollo della prestigiosa famiglia: il capriccio e i larghi mezzi del giovane signore, appena sedicenne, che volle la sua dimora da scapolo e il ritrovo dei suoi amici, permisero la realizzazione di questo capolavoro assoluto di ecletticità.
Quella che era stata primitivamente intesa come la “garçonniere” del giovane Vincenzino, divenne una delle più emblematiche opere dell’architettura Liberty palermitana e frutto del miglior genio del celebre architetto.
Il Villino, sito in Viale Regina Margherita è immerso in un giardino ora circondato da alti edifici di nuova costruzione.
La villa vivrà una stagione leggendaria con sfarzosi ricevimenti e sontuose feste ospitando il bel mondo dell’aristocrazia non solo palermitana ma anche internazionale sino al 1911, anno della morte di Annina Alliata di Montereale, giovanissima moglie di Vincenzo Florio, per cadere quasi nell’oblio fino a quando l’intero parco fu lottizzato ed edificato negli anni tra il 1930 e il 1940 .
Nel novembre del 1962 un incendio di evidente natura dolosa ha danneggiato la parte muraria del villino e distrutto quasi completamente l’interno dell’edificio; nel rogo rimasero carbonizzati quasi tutti gli splendidi arredi interni, realizzati in gran parte dalla ditte Golia e Ducrot.
Il villino è una delle prime opere architettoniche in stile Liberty d'Italia e viene considerato uno dei capolavori dell'Art Nouveau anche a livello europeo. Essendo Ignazio Florio un uomo d'attitudine cosmopolita e molto dedito ai viaggi, il Basile in questa opera sembra voler ricreare tutte le tappe toccate dal ricco borghese inserendo nella struttura vari elementi, come facente parte di un itinerario: ricurve superfici barocche, capriate tipicamente nordiche, torrette cilindriche che rimandano ai castelli francesi, colonnine romaniche e bugnati rinascimentali sono tutti elementi sapientemente miscelati.
Gli arredi interni, i mobili, le suppellettili, le stoffe parietali (appositamente disegnati dal Basile), le porte, i soffitti lignei, le minuterie metalliche, le decorazioni erano coerenti con gli esterni; magnifico era il grande camino alla parete del salone al pianterreno.
L’esterno dell’elegante costruzione è un fiorire di torrette intriganti, merlature, abbaini, colonne, logge, capitelli, vetrate policrome e mura bugnate che fanno sussultare il nostro cuore non appena si è davanti alla cancellata in ferro battuto che recinge il villino. Dovunque aperture dalle linee mosse che, moltiplicate dal delicato inserirsi di colonnine, animano i prospetti dell’edifico conferendogli dignità architettonica unitamente agli incantevoli inserti in ferro battuto che vanno dai pinnacoli al gazebo sulla terrazza posteriore, dalle magnifiche ringhiere ai parafulmini.
Splendida la torretta circolare con copertura ad ombrello innestata sullo spigolo nord-est che consente l’accesso al terrazzo.
Nel 1984 la Regione Siciliana prese possesso dell’immobile e successivamente arrivarono i finanziamenti europei che ne permisero il restauro ultimato soltanto nel 2009.
Sono stati ricostruiti nei dettagli tutti gli interni in legno e le stoffe parietali che il fuoco aveva devastato con l’ausilio di moderne tecnologie informatiche.
I tessuti che il fuoco aveva distrutto sono stati riprodotti fedelmente affidandosi alle seterie storiche, come quelle di Caserta, fornitrici borboniche.
Anni di lavoro faticoso e impegnativo hanno permesso di riportare al fasto di un tempo uno dei gioielli della nostra architettura.
Attualmente Villino Florio è uno degli edifici di rappresentanza della Regione Siciliana.
Le foto sono state realizzate dai soci intervenuti
L'articolo é di Diana Oretano