Escursione di mercoledì 09/03/2022 alla Chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi
Fino agli ultimi anni del periodo arabo (intorno al 1071) a Palermo esisteva lungo il
fiume Oreto un fortilizio saraceno chiamato YAHYA QASR (castello di Giovanni). Con
l’insediamento dei Normanni, Roberto il Guiscardo vi stabilì il suo quartier generale.
In seguito sulle rovine del castello fece costruire la chiesa dedicata a San Giovanni
Battista (del castello rimangono tracce della pavimentazione).
Dopo la metà del XII
secolo, Guglielmo I vi trasferisce il lebbrosario di Palermo che aveva sede dove oggi
c’è il convento dei Cappuccini. Intorno alla seconda metà del ‘400 si pensò di
internare insieme ai lebbrosi anche i malati di mente, i tisici, i sifilitici. Nel 1575
accoglie anche gli appestati. Nel 1802, durante il soggiorno forzato della corte
borbonica, la regina Maria Carolina, mossa a compassione per il pietoso stato dei
ricoverati, ordina il trasferimento dei malati di mente all’Ospizio di Santa Teresa ai
Porrazzi.
La chiesa risponde ai canoni dell’architettura romanica siculo-normanna a
croce latina con transetto sporgente a tripla abside, è considerata la più antica
chiesa in stile normanno della città prima di S. Giovanni degli Eremiti e S.Cataldo.
L’edificio esterno è privo di decorazioni tranne i rilievi e i conci delle monofore che
garantiscono l’illuminazione interna, l’ingresso è molto semplice preceduto da un
piccolo porticato sorretto da un unico pilastro angolare su cui poggia il campanile.
L’interno è ripartito in tre navate con copertura lignea, il presbiterio è cupolato.
Il crocifisso ligneo dipinto risale al ‘400..
Le colonnine angolari incassate sono sormontate da capitelli decorati e con iscrizioni arabe.
Il lebbrosario era annesso alla chiesa ma non esiste più.
NB: Le foto sono state realizzate dai soci Rita Grimaldi e Rosario Sanguedolce
L’articolo é di Diana Oretano