Visita all’Oratorio dei Bianchi

Escursione di mercoledì 02/03/2022 all’Oratorio dei Bianchi

 

L’Oratorio dei Bianchi, nome con il quale è conosciuto l’Oratorio della Nobile, Primaria e Real Compagnia del Santissimo Sacramento, è uno dei più preziosi gioielli del quartiere Kalsa di Palermo.
Fondato nel ‘500 dall’omonima compagnia, fu soprannominato “dei Bianchi” per via dell’abito cerimoniale indossato dagli ecclesiastici e i gentiluomini che ne facevano parte.
Essi avevano il ruolo di portare conforto e sostegno ai condannati a morte nei giorni precedenti alla loro esecuzione, diffondendo la parola di Dio e invitandoli al pentimento e alla confessione.
Il nucleo più antico dell’edificio è costituito dai resti lignei della Porta della Vittoria, con riferimento alla vittoria di Roberto il Guiscardo sugli Arabi che proprio alla Kalsa avevano innalzato la propria cittadella fortificata.

Nel Quattrocento su questa struttura fu edificata la Chiesa della Vittoria e successivamente, nel 16esimo secolo, al di sopra di questa fu innalzato l’Oratorio.
Dopo un terribile incendio, l’Oratorio fu completamente ricostruito e durante il secolo successivo arricchito da preziosi dipinti, sculture e arredi.
Nel 1987 l’Assessorato Regionale ai Beni Culturali ha acquistato l’intero complesso monumentale destinandolo alla Galleria d’arte Regionale di Palazzo Abatellis.
Entrando dal portale principale, si apre immediatamente l’imponente scalone a doppia rampa in marmo bianco arricchito da balaustre, l’ambiente è decorato con vasi marmorei, statue di marmo, effigi di profeti e bassorilievi raffiguranti le gesta delle casate dei confratelli che contribuirono alle spese e che conduce al primo piano.
Le pareti della scala sono impreziosite da statue marmoree entro nicchie, per molti anni ricoverate a palazzo Abatellis e oggi, dopo i recenti restauri, ricollocate in loco insieme ad altri rilievi incassati nelle pareti.
Nel vestibolo, decorato con affreschi monocromi, si aprono due porticine da dove si entra nel magnifico oratorio, il più grande della città, un vero gioiello con un fastoso pavimento maiolicato della seconda metà del settecento, di cui restano solo dei brani, che presentava nel riquadro centrale la scena di “Mosè che fa sgorgare l’acqua dalle rocce nel deserto”, le pareti sono abbellite da affreschi, dipinti e decori di grande valore artistico, attribuiti a Benedetto Cotardi, Giuseppe Testa e Antonio Manno; in fondo, nella contro facciata, sopra il tronetto del superiore (oggi inesistente), e tra i due balconcini per la musica, si trova l’affresco con la “decapitazione di S. Giovanni Battista” di Antonino e Gioacchino Mercurio.
Dall’aula dell’oratorio attraverso due porticine si passa ad una galleria dove erano esposti i ritratti dei superiori, effigiati nell’abito bianco distintivo della compagnia, oggi completamente trasformata. Dalla galleria si accede alla splendida sala delle adunanze, impreziosita da un’aulica decorazione pittorica a “
trompe l’oeil”, opera del pittore romano Gaspare Fumagalli. Esempio di raffinatezza era il pavimento di questa sala, ornato da più di duemila mattonelle maiolicate realizzate nel 1765 da Nicolò Sarzana. Al centro della volta era dipinta una sorta di “gloria” successivamente perduta.
Al pian terreno sono esposte oggi statue appartenenti sia al primitivo oratorio (adesso non più esistente), sia ad altri oratori e chiese di Palermo. Tra queste anche le decorazioni a stucco di due altari realizzate dGiacomo Serpotta 
L’oratorio, dopo la soppressione della compagnia (1820), e soprattutto nel secolo scorso, venne lasciato all’incuria e all’abbandono più totale che portò alla graduale disgregazione dell’edificio e alla perdita dei ricchi apparati interni.
Nel 1987 il complesso dei Bianchi veniva finalmente acquistato dalla Regione Siciliana che ha dato inizio ad una complessa opera di restauro, portata a termine tra il 2000 e il 2002, che ha restituito all’intero complesso nuova dignità.

Le foto sono state realizzate dai soci intervenuti

L’articolo é di Diana Oretano